Mi presento

Potrei ricopiare il mio curriculum: ma un cv è molto freddo.
Potei riproporre il mio profilo LinkedIn: ma c’è l’originale…
Potrei scriverti cosa faccio: ma ci sono già le pagine dei vari Servizi.

Quindi ho deciso di raccontarmi a te, mio lettore, in questa buffa forma: un’autointervista.

Chi sei?

Sono Francesca Poles, nata in un nevoso gennaio del 1987 a Pordenone, cresciuta tra le Alpi, il Mare Adriatico e i viaggi in giro per il mondo.

Sono una Consulente SEO: ossia, faccio sì che i siti web diano risultati attraverso la visibilità organica sui motori di ricerca.

Sono anche un’imprenditrice.

 

Togliamoci subito il sasso dalla scarpa. È vero che sei laureata in Storia dell’Arte Medievale?

Ebbene sì, il mio profilo LinkedIn non mente: nella mia “vita precedente” mi sono laureata magistrale in Storia dell’Arte Medievale all’Università degli Studi di Trento. Poi ho preso l’arte e l’ho messa da parte!

 

E com’è che adesso fai la SEO?

Sono arrivata alla SEO progressivamente, iniziando dapprima a lavorare nei musei, quindi nella comunicazione e nell’organizzazione eventi, poi nelle sponsorizzazioni e nel marketing, per approdare infine al digital marketing.

Gli estremi sembrano molto distanti e diversi, ma il mio percorso è stato lineare: ho (in)seguito occasioni che mi si proponevano e nuovi interessi che i miei incarichi man mano mi suscitavano.

Ho fatto un lungo percorso di studi post-laurea (tra cui il Master in Web Editing alla Business School de Il Sole 24 Ore) e oggi sono felicemente una Consulente SEO.

 

Ti sei reinventata quindi?

No, non direi. Direi piuttosto che mi sono evoluta.

Non ho abbandonato l’arte a malincuore, il mio attuale lavoro non è un ripiego: ho sempre scelto consapevolmente, con interesse e trasporto ogni passo successivo.

È bello potersi evolvere, inseguire con passione nuove occasioni, nuove prospettive: il mondo viaggia velocemente, tutto cambia velocemente. È una necessità e anche una grande possibilità quella di cambiare mansioni più volte nel corso della propria carriera, di scoprire sempre “nuovi mondi”.

E ci sono una miriade di offerte formative che ci aiutano in questo processo.

 

Ma che c’entra l’arte con la SEO?

C’entra molto più di quello che di primo acchito si può pensare.

SEO è attenzione e cura del dettaglio, come l’arte.

SEO è ricerca, come l’arte.

Ma soprattutto SEO è pensiero, esattamente come l’arte! Della SEO si pensa sempre sia una lista di regolette tecniche da spuntare ad una ad una e il gioco è fatto, ma non è così, non è affatto così!

La SEO sono gli utenti, ossia le persone, i loro problemi, le loro necessità, i loro bisogni, che si tramutano in ricerche. La SEO è decisamente una materia umana, e per questo molto vicina alle materie umanistiche che ho studiato.

Se non si comprendono le persone, non si può fare una buona SEO. E nemmeno un buon marketing in generale.

 

Se tornassi indietro sceglieresti sempre Storia dell’Arte?

Per lungo tempo ho sentito come di dovermi giustificare di questa mia scelta passata. Poi, anche grazie all’aiuto di colui che è diventato il mio socio, ne ho capito i grandissimi benefici, per la mia attuale professione e non solo.

Tornare indietro non è possibile quindi non ha neanche senso chiedersi come sarebbe stato se avessi fatto una scelta diversa. Piuttosto guardo avanti: magari un giorno a un’altra laurea, in Filosofia o Scienze della Comunicazione… Ma sto buttando un occhio anche a un Master che forse potrebbe essere un jolly per lo sviluppo della mia carriera di SEO, proprio nella direzione in cui vorrei (per ora #keepthesecret).

 

Perché hai scelto la SEO?

La SEO mi piace perché è uno strumento di (digital) marketing “gentile”: incontra un potenziale cliente quando è lui a desiderarlo (ossia quando fa una ricerca) e non lo stressa con promozioni spinte e disturbanti.

È anche uno strumento concesso alle aziende per raccontarsi in modo autentico e proporre i propri prodotti e servizi in modo concreto, utile ed efficace. Un’azienda che fa SEO non sta (solo) presentando un prodotto pieno zeppo di caratteristiche tecniche, ma sta prendendo per mano una persona con un problema e la sta aiutando a risolverlo.

 

Mi pare che tu abbia un’idea un po’ romantica della SEO…

Romantica io?! Ma quando mai…

Scherzi a parte, è vero che l’interpretazione che do io della SEO può sembrare abbastanza lontana da quella dei miei colleghi SEO focalizzati sugli aspetti più tecnici.

Non è una critica e non dico affatto che il TTFB, i tag HTML5, i dati strutturati o i vari <hreflang> non siano importanti, assolutamente: non sarebbe la verità.

Ma se riesco a dare un valore aggiunto alla materia, figlio dei miei studi umanistici e delle ore in aula con studenti di ogni età, è proprio l’interpretazione della SEO come metodo per ordinare la conoscenza (un po’ biblico, un po’ filosofia scolastica, lo so…) e come chiave di incontro tra due mondi: domanda e offerta, produttore e consumatore, persona che vende e persona che acquista, quasi in un dialogo diretto, a tu per tu.

 

Ecco perché ti chiami apertevirgolette…

Già, mi hai scoperto!

 

E nel futuro cosa vedi?

Mi vedo una SEO sempre più affermata e competente, ovviamente.

Mi vedo un’imprenditrice capace di mettere in pratica e realizzare la sua visione professionale e organizzativa.

Mi vedo una persona che riuscirà a realizzare i propri sogni e tagliare i propri traguardi.

Sto lavorando per me a un futuro da nomade digitale e, per tutte le Partite Iva e le piccole imprese digitali, a un futuro di maggiore dialogo, collaborazione e cooperazione con le aziende italiane, che in tante avrebbero bisogno di un (web) marketing fatto bene.

Che avrebbero proprio tanto bisogno di noi, ma che ancora poco si fidano a prendere seriamente il digital marketing, a lanciarsi convintamente in questo mondo.

 

Davvero? Perché?

Vedo nella quotidianità aziendale di questo Paese ancora tanta diffidenza verso l’ambito digitale [edit 13/03/2020: magari questa emergenza Coronavirus aiuterà…]: sembrano ancora a molti cose lontane dalla “vera impresa”, cose non serie, che non fanno vendere e fatturare.

Invece io vedo grandi possibilità, un’enorme opportunità: a patto che vengano messe in pratica bene.

Bene vuol dire con strategia, con reale integrazione nell’organizzazione aziendale e con gli strumenti in uso. Bene vuol dire credendoci davvero, credendo nella loro efficacia, utilizzandoli attivamente e applicandoli concretamente nella vita aziendale.

 

Quindi, a questo punto cosa mi consigli di fare?

Ora puoi:

Ci vediamo di là! Ciao,

Francesca